Un grande Salesiano

Ho riportato qui solo alcune frasi tra le più significative in mezzo alle tante testimonianze e riflessioni dei ragazzi su don Prosdocimo Pellerino. Un dato che dice già tutto: al tema in classe erano presenti venti ragazzi e i titoli fra cui scegliere erano tre: ben diciotto hanno svolto il tema riguardante la figura di questo grande Salesiano, mentre alcuni che erano assenti hanno fatto questo tema a casa come esercizio. Nei componimenti emergevano soprattutto alcune caratteristiche di Don Pellerino: anzitutto la sua costante e attiva presenza in mezzo ai ragazzi con il saluto, il sorriso, il consiglio, il chiedere informazioni su parenti exallievi, la richiesta di portare un suo saluto a qualche suo amico conosciuto dai nostri ragazzi; collegati al suo essere presente assiduamente, sono emersi la capacità di accoglienza, specie dei nuovi arrivati, e l’ottimismo e la gioia che hanno sempre contraddistinto il suo carattere, così come la capacità di dialogo e ascolto citata da qualcuno. Quasi tutti hanno sottolineato il suo essere presente ogni giorno nell’atrio al mattino prima delle 8 e nel cortile in tutti gli intervalli. Don Prosdocimo poi era il confessore per eccellenza dell’Istituto: più di uno ha ricordato il suo prestarsi per la celebrazione di questo Sacramento nelle parrocchie, tanti hanno testimoniato di essersi sempre confessati da lui in questi anni a scuola perché metteva a proprio agio e gli si poteva confidare qualsiasi cosa, dato che egli non faceva pesare i peccati. Anche la sua presenza costante per la Messa festiva a Carpenetta e il suo affetto per la popolazione di Casalgrasso sono emersi. Un’altra caratteristica che ha impressionato è stata quella delle buone condizioni di don Prosdocimo, sia quelle fisiche sia quelle intellettuali, soprattutto la sua mitica e “prodigiosa” memoria. Gli alunni che hanno avuto dei parenti allievi di questo educatore, hanno ricordato quanto i loro cari debbano a don Pellerino e hanno citato la sua amicizia con Don Francesco Rossi.

Da parte mia potrei aggiungere una marea di ricordi, aneddoti, riflessioni su don Pellerino dopo tanti anni di conoscenza “superficiale” e quasi quattro anni scolastici di conoscenza più approfondita e di assidua frequentazione. So di ripetermi, ma questo sacerdote mi ha sempre colpito per la sua lucidità, la sua memoria, il suo essere al passo coi tempi, il suo desiderio di stare in mezzo ai giovani e la sua discrezione: nel tardo pomeriggio spesso se ne arrivava in sala insegnanti per recitare, seduto su una comoda sedia, alcune parti del breviario. Prima di iniziare la sua preghiera, parlava un po’ con noi presenti in sala, poi chiedeva scusa “per il disturbo” (diceva lui) e leggeva, dopo aver ricordato che proprio in quel luogo aveva fatto le sue prime ore di insegnamento nel 1933! Sempre disponibile per il servizio delle Confessioni e per la portineria, sempre puntuale ai momenti di preghiera della comunità, sempre in contatto con i suoi parenti che visitava o sentiva spesso, Don Pellerino era un personaggio con il quale si parlava sempre volentieri. Ricordo con particolare emozione la sera del martedì 8 aprile 2008: nel pomeriggio ero in cortile con i ragazzi durante l’intervallo, quando arriva la macchina del Direttore, dalla quale scende don Prosdocimo appena tornato dall’ospedale: in un attimo è circondato da confratelli, insegnanti esterni, ragazzi; è un po’ più pallido e magro del solito, ma sul suo volto non manca il sorriso e saluta chiunque lo avvicina. Don Tarasco mi chiede di portare le borse di Don Pellerino e di accompagnarlo in camera: si appoggia a me, chiama l’ascensore, saliamo insieme al secondo piano fino alla sua camera dove lo aspetta don Oppezzo per assisterlo. Appena entrato si sdraia sul letto, e mi saluta con una stretta di mano e con un “Grazie” accompagnato dal suo sorriso. Poche ore dopo don Prosdocimo tornava serenamente alla casa del Padre. Penso che chiunque ha conosciuto don Pellerino non lo dimentichi facilmente e che venga spontaneo a tutti ringraziare Dio per una figura così bella di insegnante, salesiano e sacerdote.

Prof. Enrico Forestello

Don Pellerino era, per Lombriasco, una colonna portante. La sua cordialità era conosciuta da tutti: genitori, allievi ed ex-allievi.
Pur essendo alla soglia dei 94 anni, sembrava che la sua presenza sarebbe stata eterna, o almeno per molte altre generazioni.
Purtroppo, tale sensazione è stata spazzata via il 9 aprile 2008 (al mio quarto anno di studio a Lombriasco).
Per capire quanto fosse amato dai ragazzi di Lombriasco, bastava assistere all’appuntamento mensile delle confessioni, al folto gruppo che ormai era “fisso” a confessarsi da lui, segno che riusciva trasmettere, con la propria persona, un forte messaggio di fede, di cui i ragazzi hanno estremamente bisogno.
Questo è solo un esempio che svela quanto fosse ricercata la sua presenza.
Durante le ricreazioni era sempre in mezzi ai giovani, passeggiava lungo il viale e salutava tutti. Gesto che ormai sta cadendo in disuso, soprattutto tra i più giovani.
In pratica, don Pellerino è stato ed è tuttora,  nel cuore di tutti, un salesiano con la S maiuscola, che ha vissuto la propria vita per la formazione di buoni cristiani ed onesti cittadini.
Il mio rapporto con lui era basato sul rispetto reciproco. Ricordo come se fosse ieri il giorno del mio arrivo a Lombriasco in cui lo incontrai: il suo approccio fu di chiedermi da dove venivo, che parentela avevo con qualche ex-allievo di Lombriasco, ed infine mi domandò come mi chiamavo.
Del mio paese natale conosceva tutto, i parroci che si erano susseguiti, le vie principali, nonché la minuta descrizione della Chiesa delle Alpi di Castiglione Alto e la sua relativa storia.
Ricordo che, qualche anno fa, avevo l’insufficienza, con relativo recupero, di matematica. Mio padre, parlando delle mie difficoltà nella suddetta materia, ricevette il rammarico di don Pellerino che, tra messe e confessioni, non aveva il tempo materiale per potermi aiutare a sanare il debito.
Proprio questo suo modo di relazionarsi lo ha reso una persona amata da tutti. Con il suo ricordare e catalogare nella propria memoria ogni cosa, sembrava voler dire “io mi ricordo di te, perché sei importante”.
Io non mi dimenticherò mai di te, don Pellerino, rimarrai per sempre scolpito nella mia memoria, perché sei stato, e sempre sarai, una persona con un’educazione rara.
Nei giorni delle esequie, mi sentivo un poco in apprensione, sia per il dispiacere della perdita di don Prosdocimo, sia perché avvertivo dentro di me un forte bisogno di dimostrare la mia gratitudine al caro don. Ma subito mi è stata offerta la possibilità di  sdebitarmi: partecipando attivamente alla buona riuscita del suo funerale.
Quindi, al mattino, ecco che vi è stato un gran da fare a spostare sedie e panchine sotto una pioggia battente. Ma dopo la fatica, è rimasta la soddisfazione di un ambiente stracolmo di persone, giunte per dare un ultimo saluto a don Prosdocimo in un luogo caldo e accogliente, di una celebrazione brillante nel ricordo di un uomo importante e di una commozione generale che ha colpito anche l’austero don Tarasco.
Sicuramente, una messa come quella per le esequie di don Pellerino, altrove non sarebbe stata fatta, o almeno non si sarebbe interrotto il normale corso delle lezioni. Nelle scuole salesiane, vi è questo clima di famiglia ove il dolore per una morte è comune, così come la condivisione dei momenti felici. Ciò fa di Lombriasco non una scuola, ma la nostra scuola, dove salesiani, insegnanti e allievi collaborano per creare un ambiente scolastico vivibile ed umano, nonché cristiano.

 Alessandro Borca

(IV ITA)

Il giorno 9 aprile 2008, alle dieci e quaranta circa, don Prosdocimo Pellerino  è mancato all’affetto dei suoi cari e dell’intera comunità salesiana. Arrivato all’età di 93 anni, si è sentito male alcuni giorni prima della scomparsa, a causa di un rallentamento dei battiti del cuore.
Quel giorno è stato portato in ospedale, a Savigliano dove, tra l’altro, conosceva moltissime persone.
In seguito alla permanenza per alcuni giorni in ospedale, don Pellerino tornava nella amata casa salesiana: il giorno dopo, nella sua stanza da letto, di sentiva male. Chiamava immediatamente don Oppezzo, che accorreva velocemente: ma il grandissimo cuore di don Prosdocimo cedeva all’anzianità.
La scomparsa di questo grandissimo uomo di fede, pur avendo un’età avanzata, ha lasciato un grande vuoto nel cuore di tutte le persone che lo conoscevano.
Era un uomo molto saggio, un prete che sapeva parlare alle persone e, soprattutto, aveva un cuore grandissimo. Questi, secondo me, sono i motivi per cui era tanto amato e apprezzato.
A tutti si avvicinava con il suo stile spontaneo e rassicurante “Ma ciao! Come ti chiami? Dove abiti?”. E poi, in base alle risposte che i ragazzi gli davano, egli, per ognuno, iniziava a ricordare tutta la loro dinastia: papà, mamma, eventuali fratelli e sorelle, eventuali ex-allievi appartenenti al nucleo famigliare in questione.
E non solo conosceva le famiglie di ogni alunno, ma anche numerossime persone del loro paese.
Dove abito io, a Castagnole Piemonte, quando raccontavo che avrei frequentato la Scuola Salesiana di Lombriasco, le persone mi dicevano. “Ah vai dai salesiani: sai, io conosco don Pellerino”. Era conosciuto ed apprezzato da tutte le parti e ovunque andasse aveva amici e se ne faceva; questo perché sapeva prendere le persone.
Io con questa magnifica persona durante gli intervalli ci parlavo volentieri; quando c’erano le confessioni, io andavo sempre da lui perché mi trovavo benissimo. Proprio durante questi privati colloqui ho avuto modo di conoscerlo meglio e apprezzavo tanto le sue parole semplici e il sui consigli efficaci: tanto che non li scorderò mai.
I giorni della dolorosa scomparsa sono anche stati caratterizzati dalla grande disponibilità, collaborazione e rispetto dato dai ragazzi della scuola nell’allestimento di tutto il necessario per il funerale.
Questo è dovuto al fatto che tutti noi, compreso ovviamente io, che pure, a volte, sono un po’ burbero, alla scuola salesiana e ai salesiani stessi siamo molto affezionati: a questa famiglia, che con gli anni è diventata la nostra famiglia, vogliamo molto bene.
Questo lo dico perché in quei due giorni di allestimenti, nonostante la pioggia, mi sono sentito bene, contento e felice di aiutare la casa salesiana a far svolgere al meglio le esequie di don Pellerino.
Che forte emozione il funerale! Tutte quelle persone, tutte quelle parole, vere e bellissime, pronunciate dagli amici che lo conoscevano da tantissimi anni. Era proprio una persona stupenda.
Durante gli intervalli, io sento al sua mancanza: non lo trovo più seduto di fronte alla palestra, accanto a don Paolo; non lo vedo più passeggiare lungo il viale a parlare con ogni ragazzo che incrociava il suo sguardo.
Tuttavia, al rammarico per la sua perdita si sovrappone la gioia per aver avuto la possibilità di conoscere, apprezzare e stimare una grande persona come il caro don Prosdocimo.

Davide Pinardi

(IV ITA)

Ora che don Pellerino si è addormentato nel sonno dei giusti, di lui non rimane solo il ricordo, ma anche il desiderio e la speranza di diventare come lui: una grande persona che ha seguito gli ideali di un corretto e buon cristiano

Diego Rosso

Quando don Pellerino è tornato dall’ospedale, i suoi occhi erano tristi e stanchi; non appena ha visto noi ragazzi che lo salutavamo, sulle sue labbra è tornato il sorriso

Simona Maina

Don Pellerino è stato per i suoi alunni un esempio di umiltà, onestà e generosità, per questo aveva molti amici.  Quando passerò nell’atrio continuerò a salutarlo perché anche se è nel Regno dei Cieli, sarà sempre con noi

Giulio Ravot