In ricordo di un fratello ed amico

Ho conosciuto don Sandro in qualche incontro sporadico nei primissimi anni di vita salesiana, mentre a partire dal settembre 1985, con la sola interruzione dell’ultimo periodo di studio a Torino e Roma, vi è stata una stretta condivisione di vita e di collaborazione nell’ambito scolastico ed educativo.

Parlando di lui, sento riemergere nella mente e nel cuore  i moltissimi momenti vissuti insieme, le gioie e le giuste preoccupazioni legate alla conduzione e all’animazione dei giovani del Triennio dai tempi in cui, quand’ero giovane assistente e lui già consigliere, i convittori di questa sezione erano un’ottantina (nel Biennio sessanta!) e la scuola durava per certe classi fino alle ore 18.

Di don Sandro mi preme ricordare l’instancabile attenzione all’esigenza che i ragazzi fossero aiutati e sollecitati a crescere umanamente e cristianamente e tale sollecitudine fu costante anche verso gli ex-allievi che, dal 1994, furono affidati alle sue cure pastorali. Come non ricordare le numerosissime sere nelle quali, scendendo il sottoscritto dalla camerata dei convittori, si vedeva la luce accesa dell’ufficio del PalaBarra (così fu soprannominato l’edificio dove è ubicata la sala ex-allievi) perché don Sandro era impegnato in qualche colloquio, durante il quale oltre ad offrire preziose indicazioni dal punto di vista tecnico-professionale non mancavano riflessioni molto valide per il cammino spirituale.

A quanti l’hanno conosciuto è nota la sua sensibilità verso i poveri ed i bisognosi, per cui egli fu promotore e coordinatore della famosa lotteria missionaria, che è da anni l’espressione della grande generosità di cui sono capaci i giovani studenti lombriacensi.

Infine, anche per non dilungarmi eccessivamente, vorrei sottolineare la sua grande disponibilità nel ministero sacerdotale, sia a Ceretto sia nelle varie parrocchie dove era richiesta la presenza di un prete per la predicazione e la celebrazione dei Sacramenti.

In un mondo in cui tanti sono soggetti a disponibilità limitata ed hanno paura di assumersi degli impegni a lungo termine, la sua è stata e resta una testimonianza significativa per la grinta e la determinazione nel condurre le persone, specialmente i giovani, a Cristo.

Carissimo don Sandro, te ne sei andato troppo in fretta e la tua partenza, anche se preannunciata dalla grave malattia che ti ha stroncato, ci ha lasciato con il fiato corto. Grazie per quelle che sei stato e per quanto hai realizzato nella nostra Casa di Lombriasco e sostienici con la tua preghiera affinché riusciamo a portare avanti i progetti di bene che con te abbiamo pensato.

Tuo fratello in Don Bosco

Don Paolo